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"... ogni parola, ogni pensiero espresso a riguardo, rischia di essere troppo banale, se non addirittura di un'insulsa retorica senza valore, perché, pur sotto la luce sinuosa dei ricordi che ammorbidisce le forme, nella eccezionalità di questi versi, il dolore si staglia sempre, come un monumento granitico, puro, intatto. E alla domanda da dove nasca l'esigenza di scriverne, la risposta è che la poesia, l'arte in genere, possono diventare catarsi per un animo destinato alla sofferenza. Quando poi riapre, con consapevolezza, gli occhi alla inaccettabile realtà, "la scelta che resta è il luogo del silenzio", "e quel tempo amico" che invitava entrambi a vivere insieme spensieratamente, ora è "come il mare che onda dopo onda, mai si ferma e scandisce la vita con moto uguale"; un tempo triste, dunque, inutile, in cui le speranze naufraghe sono "Le promesse che ti porti via"."